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Guarda il video "Come si lavano i dentini da latte"! I bambini insegnano ai bambini...
Studi recenti hanno evidenziato che complessivamente la salute dell’igiene orale sta migliorando. I vantaggi, tuttavia ancora non si estendono ai bambini: tra 1998 e il 2004 l’incidenza della carie è aumentata dal 24 al 28 % tra i bambini nella fascia di età fra i 2 e i 5 anni.
È opinione comune che i denti dei bambini
siano provvisori, ma se si trascurano, possono riempire il cavo orale di batteri che minacciano i denti permanenti, non appena spuntano. Inoltre, la carie può determinare anche una caduta precoce dei denti decidui, in tal caso i denti permanenti rischiano di crescere storti.
TERAPIA DELLA CARIE
CHE COS’E’ LA CARIE ?
La carie è la degenerazione dello smalto dentale e della dentina.
La parola carie deriva dal latino cariosus che significa “bacato, tarlato”.
All’ insorgenza della carie contribuiscono:
• La proliferazione di microrganismi che fanno normalmente parte della flora del cavo orale, come lo Streptococcus Mutans;
• La presenza di germi aderenti alla superficie dei denti, agendo sugli zuccheri contenuti negli alimenti, provoca fermentazione e conseguentemente la produzione di acidi che demineralizzano lo smalto e iniziano il processo cariogeno;
• Abitudini alimentari errate: per esempio il consumo frequente di alimenti ricchi di zuccheri e carboidrati fermentabili;
La carie può essere causa di ascessi locali, con pericolo di infezioni; inoltre, i denti cariati possono provocare cattiva masticazione e digestione. |
Suggerimenti per la prevenzione della carie:
• Igiene orale: spazzolino e dentifricio devono diventare un’ abitudine quotidiana senza trascurare i denti da latte. L’uso dello spazzolino è consigliato a partire dai 12 mesi;
• Visita periodica consigliata ogni 6 mesi;
• Dieta: evitare l’eccesso di bevande e cibi cariogeni, come gli alimenti ricchi di zuccheri e le sostanze che possono causare la perdita di minerali. Evitare anche di consumarli con frequenza, soprattutto se dopo non si ha la possibilità di lavarsi i denti;
• Assumere fluoro: il fluoro agisce nel processo di sviluppo dei denti e dopo la loro eruzione. Assunto correttamente, fin dal grembo materno, aiuta a ridurre i livelli di placca e favorisce la rimineralizzazione dei denti, facendoli crescere robusti e sani e rafforzando lo smalto. Inoltre il fluoro migliora la formazione della corona dentale e riduce la produzione di acidi da parte della placca batterica, contrastando l’insorgenza della carie.
• Sigillatura: è una procedura eseguita nello studio dentistico che consiste nell'applicare della resina sui solchi della superficie masticatoria nei denti posteriori (premolari e molari), dove il rischio di carie è maggiore. Per la sigillatura di un dente bastano pochi minuti e non necessita di anestesia; dopo la pulizia e la preparazione del dente sui solchi viene applicato il sigillante e si fa indurire con un'apposita luce. Di solito i sigillanti resistono alla normale masticazione, tuttavia dopo alcuni anni può rendersi necessaria la loro riapplicazione. Anche se la sigillatura aiuta a prevenire la carie sui solchi dei denti è indispensabile l'uso costante dello spazzolino e del filo interdentale quotidianamente.
L’ortodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa del mantenimento, del ripristino o della creazione del corretto rapporto osseo tra i mascellari, del corretto rapporto tra le arcate dentarie e dell' allineamento dei denti, per una giusta funzione masticatoria, fonatoria e estetica.
Quindi l’ortodonzia non si occupa solo dell’allineamento dei denti con finalità estetiche, ma il suo ruolo principale e primario è quello di ripristinare una giusta funzione dell’apparato stomatognatico.
L’ortodonzia nella fase in cui si occupa delle alterazioni miofunzionali può beneficiare della collaborazione di contestuali trattamenti logopedici e/o osteopatici.
Sono ormai accertate le correlazioni che esistono tra sviluppo delle ossa mascellari, l' allineamento dentale, le funzioni della muscolatura periorale e della lingua, con la postura la funzione ed il movimento di altri distretti.
Quindi i trattamenti ortodontici li possiamo dividere in 2 fasi:
L' ortodonzia intercettiva o miofunzionale interviene nella fase di dentatura mista ( presenza di denti decidui e permanenti tra i 5 ed i 9 anni) e si occupa proprio di interferire con quelle forze muscolari, in particolare la lingua, che possono condizionare in maniera sfavorevole lo sviluppo armonico delle ossa mascellari.
Questo può essere fatto con l'utilizzo di apparecchi ortodontici mobili detti " funzionali" e attraverso esercizi di rieducazione dei movimenti della lingua e della muscolatura periorale.
In questa fase è quindi importante la collaborazione con gli altri specialisti ( logopedista e osteopata). Questi diversi approcci si completano a vicenda e permettono la correzione delle alterazioni funzionali in maniera completa e definitiva.
L' ortodonzia successivamente, una volta completata la permuta o meglio nella fase ultima della permuta dentaria, si interessa dell'allineamento dentale utilizzando apparecchiature di tipo fisso ( brackets) che possono essere di varie tipologie e la durata del trattamento può variare da caso a caso. E' ovvio che il trattamento intercettivo facilita notevolmente questa fase in quanto predispone al corretto rapporto delle arcate dentarie, alle creazione degli spazi sufficienti per l' allineamento dentale ed elimina le interferenze muscolari che possono ostacolare il trattamento o predisporlo ad una recidiva.
Per questo motivo è importante effettuare precocemente una visita ortodontica, per “intercettare” qualsiasi problema a carico dell’apparato stomatognatico. La visita ortodontica o “check-up ortodontico” consiste di diversi passaggi.
Per ottenere uno studio il più preciso possibile e finalizzato ad un piano di cura corretto è indispensabile una DIAGNOSI corretta, e per fare ciò sono indispensabili:
- un ortopantomografia
- una teleradiografia latero-laterale
- un set di foto intra ed extra orali
- le impronte delle arcate per la creazione del modello in gesso della bocca.
Una corretta diagnosi è uno dei fattori più importanti per l’ottimizzazione del trattamento ortodontico comportando una minore durata dello stesso e una qualità ottimale del risultato.
La Prevenzione in ortodonzia
Anche in ortodonzia possiamo prevenire molte delle anomalie di sviluppo ed eruzione dentale, modificando alcuni degli atteggiamenti dei bambini. Vengono ad esempio definite " Abitudini viziate" una serie di comportamenti infantili che se protratti oltre una certa età, sicuramente influiscono sulla crescita ossea dei mascellari.
Queste le possiamo riassumere in:
Uso del ciuccio oltre i 3 anni.
Ciucciamento del dito oltre i 2 anni
Uso del Biberon oltre i 5 anni
e per i bambini più grandi: mordere la penna, mangiarsi le unghie, metter gli oggetti in bocca.
Altre cose che i genitori devono notare sono: la respirazione orale, i disagi nella fonazione e nella deglutizione, il russamento o dispnee notturne, l' incompetenza labiale ( labbra sempre aperte).
Tutti questi atteggiamenti possono essere causa o causati da problemi funzionali che l'ortodonzia può correggere e risolvere.
Miti e Realtá in ORTODONZIA
MITO: Gli apparecchi ortodontici sono dolorosi e scomodi
REALTÁ: Cosí come puó esserci bisogno di pochi giorni per adattarsi e sentirsi perfettamente a proprio agio in un paio di i scarpe nuove, altrettanto avviene per gli apparecchi ortodontici sia mobili che fissi
MITO: Le terapie ortodontiche sono troppo lunghe, durano molti anni.
REALTÁ: A seconda dell’obiettivo terapeutico, alcune apparecchiature possono raggiungere il risultato sperato anche in un anno. La media generale di una terapia ortodontica completa é tra 24 e 30 mesi
MITO: Gli apparecchi ortodontici sono antiestetici, richiamano l’attenzione e possono creare imbarazzo nei rapporti professionali e sociali
REALTÁ: L’ortodonzia moderna dispone di apparecchiature estetiche, trasparenti ed invisibili, cioe’ applicate sulla superfície interna (linguale) del dente
MITO: Gli apparecchi ortodontici lasciano macchie indelebili sui denti.
REALTÁ: Avviene solo in rarissimi casi, sempre dovuti a scarsa igiene da parte del paziente in terapie eccezionalmente lunghe.
MITO: Spazzolare i denti é difficile e doloroso in presenza di un apparecchio.
REALTÁ: I pazienti ortodontici ricevono specifiche istruzioni e dimostrazioni di come spazzolare quotidianamente i denti, contribuendo cosí al successo della terapia
MITO: L’ortodonzia é una spesa superflua, solo per avere un “bel sorriso”
REALTÁ: Le terapie ortodontiche sono fondamentali per ottenere un perfetto allineamento funzionale dei denti, con importante miglioramento della masticazione, prevenendo dolori mandibolari, carie, cefalee, cervicalgie e disfunzioni posturali. In pratica, l’ortodonzia contribuisce alla nostra salute generale ed allunga la vita dei nostri denti
MITO: L’ortodonzia é per bambini e adolescenti.
REALTÁ: Nella maggior parte delle terapie ortodontiche effettuate sugli adulti si ottengono risultati paragonabili a quelle su soggetti in fase di crescita. Per questo motivo, attualmente circa il 20% dei pazienti ortodontici sono adulti.
La bocca del vostro bambino è come la punta sommersa di un iceberg, ciò che si presenta a noi di una rete di relazioni anatomiche, funzionali e somato- emozionali molto complesse. La cavità orale è in rapporto di continuità e/o contiguità anatomica con numerose strutture. Di conseguenza le funzioni in cui è coinvolta sono numerose e strettamente interconnesse, tanto che possiamo parlare di sistema morfo-funzionale.
Un sistema è un raggruppamento di elementi tra i quali intercorrono delle interazioni tali per cui ogni variazione di un elemento finisce con il modificare lo stato di tutti gli altri elementi.
La bocca è la parte più esterna di un sistema costituito da numerose strutture la cui sinergia morfologica e funzionale riveste un ruolo decisivo nell’equilibrio dell’intero organismo.
Le strutture orali nel bambino vanno incontro a una crescita che trasforma la loro relazione fisica e influenza la loro funzionalità.
La ricerca internazionale ha individuato un’incidenza del 38% della popolazione generale e un’incidenza dell’81% di soggetti in età evolutiva che presentano disturbi dell’articolazione del linguaggio correlati alle alterazioni delle funzioni orali (Kellum, 1992; Maul et al., 1999; Andretta P. e Rossi M., 2001).
IL RUOLO DELLA LOGOPEDIA NEI DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE, DELLA FONAZIONE E DELLE PROBLEMATICHE ORTODONTICHE.
Un repertorio consonantico ristretto con pochi luoghi di articolazione determina un linguaggio quasi incomprensibile ed è un importante segnale d’incompetenze motorie e prassiche, cioè di un problema da affrontare precocemente. La deglutizione deviata è un disordine della fase orale di deglutizione. Questo tipo di disordine può essere presente in pazienti di tutte le età.
La valutazione, il progetto riabilitativo e il programma di trattamento si modificano secondo l’età in cui è riscontrato il problema: naturalmente un intervento precoce è direttamente collegato alla durata del trattamento logopedico.
La terapia logopedica miofunzionale (TMF) consiste in un trattamento funzionale (a base di esercizi) che si avvale dell’applicazione della forza muscolatura mirata, per raggiungere l’equilibrio e il bilanciamento della muscolatura oro-facciale e una deglutizione di tipo adulto. Essa si propone di risolvere le seguenti problematiche:
Gli obiettivi della TMF variano secondo l’età e della fisiologia individuale ma sono in grado di influenzare al massimo la crescita dell’apparato stomatognatico attraverso la stimolazione delle funzioni fisiologiche.
La TMF è nota da più di trenta anni ed è praticata in molti paesi del mondo! Migliaia di bambini e molti adulti hanno avuto risultati efficaci e stabili nel tempo da questa terapia non invasiva, non chirurgica. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’80 – 90% dei casi con disordini miofunzionale e orofacciali hanno ottenuto il ripristino volontario di tutte le funzioni muscolari oro-facciali deviate e l’automatizzazione delle funzioni stesse (Hahn&Hahn, 1992 – Andretta P., 2003).
Come ultimo argomento, accenniamo alla bellezza del volto dei nostri bambini, risultato di cure amorevoli ma anche di un equilibrio strutturale di tutti gli elementi corporei che ci consentono di alimentarci, di parlare ma anche di regalare un sorriso in più.
La posturologia si occupa di osservare la posizione del corpo nello spazio e rappresenta la risposta che l'organismo attua alle
sollecitazioni dovute alla forza di gravità, in rapporto con l'ambiente che ci circonda e con gli obbiettivi del movimento.
Lo studio della postura coinvolge diversi professionisti, pertanto risulta utile la collaborazione multidisciplinare tra queste figure: ortopedico, odontoiatra, oculista, logopedista, posturologo e osteopata al fine di
- valutare insieme il bambino sotto tutti gli aspetti;
- definire il piano di trattamento;
- trovare la risposta terapeutica più efficacie per il bambino.
L'analisi posturale permette al terapeuta di valutare visivamente il bambino al fine di stabilire la sua posizione rispetto ad una posizione ideale. La valutazione va verificata su 3 piani dello spazio: sagittale,frontale,orizzontale,
valutando il bambino nella sua globalità sia con strumenti di misurazione,sia con test statici e dinamici partendo dall'appogio plantare salendo fino all'articolazione
temporo-mantibolare o viceversa.
La bocca e il piede sono parametri fondamentali poichè sono parte integrante del sistema posturale, funzionando da stazione d'entrata e di uscita di informazioni propiocettive ed esterocettive. Questo equilibrio e regolato da un meccanismo reciproco, un alterazione del cranio mantibolare può influenzare la posizione della colonna, bacino e del piede con conseguente compensazione, un'alterazione posturale di tipo ascendente può influenzare la posizione cranio mantibolare, costringendo la mantibola ad assumere una posizione scorretta.
Una postura corretta è caretterizzata da corretti rapporti tra i vari segmenti corporei.
Sarebbe buona regola che tutti i genitori periodicalmente facessero controllare i propri figli sopratutto negli anni di crescita.
L'infanzia è un periodo di attività fisica notevole, i salti, le competizioni con cadute e gli incidenti che ne conseguono possono causare disallineamenti della colonna.
Come si può capire quando i propri figli hanno bisogno del trattamento dovreste osservare:
inclinazione della testa
scapole alate
una spalla più alta dell'altra
un fianco più alto dell'altro
una gamba che sembra più corta dell'altra
perdita dell'equilibrio
dolore dell'articolazione
problemi dell'appogio dei piedi
difficoltà di suzione e deglutizione
disallineamento del viso
problemi di cifosi, lordosi vertebrali
pesenza di scoliosi o attegiamento scoliotico
dolori al collo, al dorso, alla regione lombare.
Importante e quindi controllare e corregere in età di crescita, asimmetrie mantibolari e squilibri dei contatti o di allineamento dei denti e tutte quelle parafunzioni potenziali di patologia.
Consigli: evitare l'uso del succhiotto,eventuamente scegliere uno anatomico e non a goccia per non "allenare" la lingua in modo errato.La lingua normalmente deve puntare sul palato dietro agli incisivi superiori in questo modo faciliterà la fonazione,la deglutizione,la respirazione,la mormale conformazione del palato e delle arcate dentarie,
l'attegiamento del capo.
- Mai forare la tettarella nell'intenzione di nutrire velocemente il bambino per evitare che il piccolo si difenda dal rischio di annegamento nel latte spingendo la lingua in modo sbagliato per otturare il foro troppo grosso.
- Favorire il gattonamento del bambino
- Acquistare scarpe prive di qualsiasi rialzo.
I bambini in età scolare devono assumere attegiamenti posturali corretti mentre studiano e leggono;
- i piedi devono poggiare completamente sul pavimento o sulla sbarra poggia piedi;
- gli avambracci devono essere poggiati sul banco;
- il tavolo e la scrivania devono essere della giusta altezza,possibilmente con un piano inclinabile o,con un leggio sul quale appoggiare i libri;
- la schiena deve essere ben poggiata allo schienale della sedia e non curva sul banco;
- gli oggetti che si usano devono trovarsi sul banco ed essere facilmente raggiungibili;
- qualsiasi posizione fissa non deve essere mantenuta a lungo;
- nei bambini lo zaino non dovrebbe superare il 10% del loro peso corporeo e consigliabile trasportarlo con un carrellino o usare uno zaino tipo trolly.
Gli occhi aprono ai bambini una finestra sul mondo. La visione è il risultato di un insieme di abilità che permettono al bambino di interpretare e comprendere l’informazione che gli giunge attraverso gli occhi. La loro visione si affina, nel corso della crescita, in relazione alla qualità visiva di cui sono in possesso e il loro sistema visivo è assai flessibile fino ai 7-8 anni di vita, in quello che è definito il “periodo sensibile”. La visione svolge un ruolo primario nello sviluppo senso-motorio, nella relazione con l’ambiente e nella crescita sociale e culturale dei bambini. Quando una condizione non permette al bambino di vedere in modo coordinato con entrambi gli occhi (come, per esempio, uno strabismo) oppure in modo nitido (come, per esempio, un errore refrattivo), si determinano difficoltà percettive, motorie e posturali (Ruggeri, Ciriello, 2005). L’ optometrista, quando necessario, fornisce i mezzi ottici (occhiali da vista, lenti a contatto e visual training) necessari per ripristinare e consolidare rapidamente la visione nitida e singola, mettendo il bambino in condizione di svolgere in modo efficiente e confortevole le attività visuo-percettive e visuo-motorie che l’ambiente richiede.
La lettura è un’abilità complessa alla quale si accede attraverso un apprendimento che avviene prevalentemente nell’ambito scolastico e domestico. Il bambino impara a leggere acquisendo una specifica capacità tecnica che gli permette di identificare correttamente le lettere e le parole. Per poter leggere il bambino deve possedere alcune condizioni minime di base: i prerequisiti alla lettura, tra i quali le abilità oculomotorie rivestono un ruolo specifico e fondamentale poiché possono significativamente interferire con lo sviluppo delle capacità di lettura del bambino ed è per questo motivo che il professionista, nell’ambito di un’analisi visiva completa, deve sempre valutarne l’adeguatezza.
Il visual training è una ginnastica oculare dolce che aiuta il bambino a sviluppare adeguate abilità visive come inseguire con gli occhi, mantenere la fissazione, esplorare lo spazio, percepire l'ambiente periferico e, soprattutto, guida nell'utilizzo di queste abilità nelle attività della vita quotidiana. ll Visual Training è una branca dell'optometria che è utilizzata con successo nei principali disturbi associati alla visione quali: mal di testa, astenopia ( condizione di debolezza degli occhi, un disturbo visivo dovuto spesso all'eccessivo sforzo della vista), deficit di convergenza, diplopia, fusione, occhio pigro, deficit accomodativi, alterazioni posturali, miopia, ipermetropia, presbiopia, astigmatismo, stress visivo, dislessia e difficoltà di apprendimento di origine visiva.. Leggere, scrivere ma anche giocare, correre, saltare richiedono una integrazione tra le abilità visive e le competenze motorie e cognitive del bambino. Per questo motivo le tecniche di visual training non sono limitate ad una stimolazione del solo occhio ma richiedono sempre un coinvolgimento di altre funzioni. (Pregliasco 2005)
E’ compito del rieducatore quello di riportare in equilibrio il sistema visivo del paziente individuando i suoi punti di debolezza. Solo lavorando sull'insieme delle funzioni e con la collaborazione dei vari specialisti quali: oculista, optometrista, ortottista, posturologo, odontoiatra, ortodontista, logopedista e osteopata ottengono risultati stabili nel tempo.
Visione binoculare
La visione binoculare è una funzione armoniosa che nasce dall’integrazione di processi sensoriali e motori. Il presupposto per la fusione sensoriale è che gli assi visivi siano diretti e mantenuti sul punto di fissazione; tale processo di coordinazione è detto fusione motoria (Von Noorden,1985).
Rispetto alla visione monoculare, quella binoculare produce una serie di vantaggi quali la stereopsi, un incremento di campo visivo, un leggero aumento dell’acuità visiva e un sensibile incremento della sensibilità al contrasto. In un compito di lettura la prestazione binoculare è migliore di quella monoculare. Per i bambini che imparano a leggere, è di fondamentale importanza avere una visione binoculare efficiente.
Gli aspetti caratteristici della visione binoculare, sia normale che patologica, sono la convergenza, l’accomodazione, le forie e le riserve fusionali, lo strabismo, la soppressione, la stereopsi, la disparità di fissazione e la dominanza oculare.
Convergenza
La convergenza è il movimento degli occhi che avviene durante la fissazione di un punto ravvicinato. Gli occhi possono convergere mantenendo la fissazione su di uno stimolo che progressivamente si avvicina al viso fino ad una distanza minima oltre la quale è impossibile mantenere la visione binoculare e solo un occhio continua a fissare mentre l’altro diverge. Tale punto è indicato come punto prossimo di convergenza in genere associato al punto di recupero che è il punto in cui riallontanando lo stimolo il soggetto ritrova la fissazione binoculare. È facilmente intuibile quanto sia importante per un bambino avere una buona convergenza che aumenti le performance di lettura.
Accomodazione
L’accomodazione è la funzione che consente all’occhio di aumentare il suo potere diottrico riuscendo a focalizzare sulla retina oggetti vicini che risulterebbero altrimenti fuori fuoco.
Forie e riserve fusionali
Le forie o eteroforie sono deviazioni degli occhi non manifeste, compensate cioè dal sistema fusionale motorio. Le riserve fusionali sono l’ampiezza (in convergenza, in divergenza e in verticale) della fusione motoria.
Strabismo
Lo strabismo (dal greco “guardare obliquamente”), o eterotropia, è una condizione di deviazione manifesta degli assi visivi dei due occhi. Ciò comporta una una stimolazione di punti retinici non corrispondenti che porta diplopia, ma anche una condizione di confusione da rivalità per via della stimolazione da parte di oggetti diversi di punti retinici corrispondenti. Se lo strabismo insorge in giovane età, la diplopia e la confusione sono eliminati grazie ad un meccanismo chiamato soppressione.
Soppressione
La soppressione è il meccanismo inibitorio di tipo adattivo attraverso il quale, una delle due afferenze visive, o una delle zone del campo visivo che riceve afferenza da un occhio, viene eliminata dalla percezione cosciente, con lo scopo di evitare una condizione di confusione e diplopia (Von Noorde,1985; Griffin e Grisham,2002).
Stereopsi
La stereopsi è la capacità sensoriale binoculare di percepire la profondità.
Disparità di fissazione
La disparità di fissazione consiste in un leggero errore della fissazione binoculare, errore che non eccede l’area di Panum e che quindi non genera diplopia (Rossetti,1992).
Dominanza oculare
La superiorità funzionale di un occhio sull’altro è detta dominanza oculare.
La tecnologia LASER trova oggi diverse applicazioni in campo medico ed odontoiatrico. In odontoiatria pediatrica, il laser può essere utilizzato per la rimozione della carie (laser ad erbio) o per la piccola chirurgia orale, come la chirurgia dei frenuli (laser a diodi). il laser ad Erbio, risulta ad oggi ancora molto costoso e poco efficace, quindi è ancora poco utilizzato in odontoiatria. In chirurgia e parodontologia invece, il laser a diodi trova più ampia applicazione. In particolare i vantaggi del laser in chirurgia riguarda il migliore decorso post-operatorio. Il laser infatti viene utilizzato non solo nella fase di taglio, ma anche come elettro- coagulatore, rendendo spesso non necessario l' applicazione di punti di sutura sulla ferita. Il laser ha un effetto biostimolante sui tessuti e ne favorisce la riparazione. Per questo contribuisce a migliorare il decorso post-operatorio. La sua lunga fibra con la luce rossa in punta inoltre, risulta più amichevole per i bambini rispetto allo strumentario tradizionale ed anche questo contribuisce a migliorare la disponibilità al trattamento da parte dei piccoli pazienti. La chirurgia dei frenuli si rende necessaria in diverse situazioni. Nella nostra bocca distinguiamo diversi frenuli: di interesse funzionale sono in particolare il frenulo linguale, che si inserisce sulla parte inferiore della lingua e sul pavimento della bocca, ed i frenuli labiali, uno superiore ed uno inferiore, che si ancorano all'interno delle labbra e sulla gengiva a livello degli incisivi centrali. Un frenulo linguale corto, può limitare i movimenti funzionali della lingua, durante la fonazione e/o durante la deglutizione. Questo può comportare difficoltà o ritardo nel parlare, o difficoltà nel pronunciare determinati fonemi, con conseguente ritardo dell'apprendimento, nella lettura etc.. Anche nella deglutizione il bambino può trovare difficoltà, manifestando lentezza e pigrizia nel mangiare. Il trattamento di queste disfunzioni, in genere beneficia di un approccio combinato, chirurgico e logopedico. La chirurgia del frenulo linguale si pone l'obiettivo di modificare le inserzioni del frenulo in modo da aumentarne la mobilità. E' una chirugia estremamente poco invasiva, riguarda i tessuti più superficiali, assolutamente priva di rischi e/o complicanze, e ben sopportata dai bimbi. Viene effettuata in anestesia locale, preceduta da una pre-anestesia tramite una pomata anestetica applicata sulla parte per qualche minuto. La terapia logopedica funge da "fisioterapia" e con opportuni esercizi completa la rieducazione della lingua, e corregge, laddove ci fossero, i deficit di fonazione e deglutizione. I frenuli labiali si inseriscono sulla superficie interna del labbro superiore ed inferiore e sulla gengiva all'altezza degli incisivi centrali. Spesso questa inserzione risulta troppo bassa limitando la mobilità delle labbra e/o interferendo con la corretta posizione degli incisivi centrali. Anche in questo caso la terapia chirurgica non è invasiva ed è risolutiva, spostando l'inserzione del frenulo ed eliminando le interferenze. |
L’interesse sempre maggiore del professionista odontoiatra verso i disturbi della postura nasce dall’osservazione che alcune malocclusioni si accompagnano frequentemente a disfunzioni della colonna vertebrale.
I problemi posturali iniziano nella maggior parte dei casi già durante l'infanzia, con l'instaurarsi di malformazioni non corrette in tempo, causa non solo di difetti estetici, ma anche di alterazioni nelle attività funzionali (respirazione, deglutizione, movimento, psicomotricità).
E’ stato ormai dimostrato da tempo come l’occlusione dentaria rientri fra i sistemi coinvolti nel raggiungimento e nel mantenimento di una corretta postura, intesa come condizione anatomo-funzionale che garantisce l’equilibrio, a riposo ed in movimento, con il minimo dispendio energetico e la migliore ripartizione dei carichi tra le diverse componenti.
Una occlusione ideale prevede, in generale, la presenza di tutti i denti correttamente allineati, dei carichi occlusali ben distribuiti e bilanciati e delle adeguate guide canine e incisive che proteggano i denti posteriori nei movimenti eccentrici mandibolari. Laddove questi requisiti non siano soddisfatti, si determineranno delle perturbazioni posturali discendenti che dovranno essere compensate dai “sistemi tampone” rappresentati dai cingoli scapolari e pelvici e dai piedi.
I cingoli sono degli efficaci sistemi tampone posturali ma quando non riescono ad assolvere pienamente tale ruolo sarà la colonna che dovrà farlo, predisponendo il soggetto alla scoliosi.
Si comprende quindi facilmente come sia sempre più importante considerare il nostro organismo in maniera “olistica”, cioè come un sistema complesso formato da tanti sottosistemi (fra i quali la bocca) che dialogano e si influenzano continuamente fra loro sotto la vigile azione del sistema nervoso centrale.
A tale proposito è stato anche dimostrato, e la nostra quotidiana pratica clinica ce lo conferma continuamente, come ad una determinata occlusione dentaria corrisponda, spesso, un tipico atteggiamento posturale e un determinato appoggio podalico. Ad esempio, nei soggetti con malocclusione di seconda classe e retroposizione mandibolare si osservano forti associazioni con l’incremento della cifosi toracica, rotazione anteriore del bacino e piede cavo. Negli individui con malocclusione di terza classe e prognatismo mandibolare, invece, troviamo di solito una verticalizzazione del tratto cervicale e toracico della colonna vertebrale, una rotazione posteriore del bacino e piede piatto.
Nei soggetti con crossbite e laterodeviazione funzionale, inoltre, spesso troviamo un piede cavo monolaterale e controlaterale alla deviazione mandibolare.
Ancora, nei bambini con grosse beanze anteriori si riscontrano frequentemente anomalie spiccate sul piano sagittale: testa, spalle e bacino in avanti, accentuazione delle curvature fisiologiche della colonna, tendenza al cavismo dei piedi.
Quando la postura è valutata in rapporto al trattamento odontoiatrico di correzione delle malocclusioni, è interessante notare come, man mano che si ottengono i miglioramenti voluti nell’ingranaggio dentale, la postura ne tragga immediato beneficio.
Ad esempio nel trattamento funzionale di un giovane paziente con malocclusione scheletrica di seconda classe con aumentato overjet e labbra non competenti si osservano progressivi miglioramenti dei pattern posturali, specialmente a livello di testa e collo.
Per valutare l’influenza dell’occlusione sulla postura è indispensabile eseguire una analisi posturo-stabilometrica su apposita pedana. Questo esame ci fornisce importanti informazioni su come vengono distribuiti i carichi tra avampiede, medio e retro piede, e su dove si collochi la proiezione del baricentro corporeo rispetto all’appoggio plantare. In altre parole, è possibile indagare due importanti informazioni del corpo che si integrano fra loro: strategie posturali e condizioni di equilibrio. Si ottengono quindi informazioni atte a quantificare le oscillazioni posturali del paziente e ad analizzare la strategia utilizzata per mantenere la posizione, studiando l’apporto delle varie componenti del sistema posturale. Questa finalità si persegue apportando mirate modifiche alla condizione basale mediante stimolazioni o soppressioni visive e/o propriocettive (test di Meersseman).
Dall’elaborazione di tali parametri si possono ricavare informazioni relative all’atteggiamento posturale del paziente esaminato.
Già all’età di sette anni, seppure con qualche difficoltà, l’esame può essere effettuato, ed essere attendibile, almeno per monitorare le strategie posturali in atto.
Nel nostro studio, si utilizza CORREKTA, un dispositivo avanzato per la valutazione e delle alterazioni della funzione statico-motoria del corpo umano. E' composta di una pedana posturale computerizzata. La rilevazione della postura corporea viene effettuata da un sistema computerizzato dotato di un software completo per la valutazione posturostabilometrica.
La sedazione cosciente con ossigeno e protossido d’azoto è una tecnica di analgesia sedativa che trova la sua applicazione ideale nell’odontoiatria pediatrica.
Questa metodica viene utilizzata da anni nella maggior parte degli studi odontoiatrici degli Stati Uniti e del Canada. Da pochi anni ha iniziato a diffondersi anche in Italia.
Si rivolge in generale a tutti i pazienti in età pediatrica, ma in modo particolare ai bambini molto piccoli e a quelli traumatizzati da una precedente esperienza odontoiatrica.
La paura del dentista provoca ansia e angoscia sia nei bambini che si devono sottoporre alla seduta odontoiatrica, sia nei genitori che li accompagnano. Riuscendo ad eliminare tali stati emotivi possiamo rendere la seduta dal dentista estremamente gradevole.
Si utilizza un apparecchio (sedation machine) in grado di miscelare due gas, ossigeno e protossido d’azoto, in percentuali ben definite; la miscela viene inalata dal bambino tramite una mascherina profumata in modo da raggiungere una stato di sedazione.
Il bambino durante la sedazione cosciente rimane perfettamente vigile e collaborante, risponde agli stimoli ed alle richieste dell’operatore, ma è estremamente tranquillo e non ha paura. Rimane in questa condizione fino al termine della seduta consentendo all’operatore di lavorare nel migliore dei modi. Al termine della seduta il bambino scende dalla poltrona del dentista allegro e felice per il grande risultato ottenuto: essersi sottoposto alle cure senza nessun timore.
La sedazione cosciente è di estremo ausilio anche nei casi in cui i bambini vanno volentieri dal dentista, ma non riescono a farsi curare a causa della difficoltà a stare per “troppo tempo” con la bocca aperta, o causa di accentuato riflesso del vomito. Durante la Sedazione Cosciente infatti si perde la percezione della durata della seduta odontoiatrica e si riduce il riflesso faringeo. In questo modo il bambino può affrontare le cure senza alcuna difficoltà.
La facilità e la comodità di utilizzo ne fanno una metodica estremamente efficiente. L’induzione della sedazione è molto rapida (3-5 minuti), altrettanto rapida è la metabolizzazione del protossido d’azoto (1-2 minuti). La sedazione cosciente ci consente pertanto di lavorare in totale sicurezza ed affidabilità.